Vivere ogni giorno!

 07/08/2018

Questa mattina ho visitato una casa di riposo. Vi si accede da un grande vetrata che dopo pochi passi lascia spazio ad un enorme giardino. Erano le dieci. Poco più. C’era il sole forte di questo luglio ed il caldo di Firenze. La signora era di spalle, intenta a leggere il suo libro. D’un tratto ho sentito tutto il peso della solitudine. Ed ho pensato che quel libro fosse quello della sua vita. L’ho immaginata trentenne, magari con un vestito a fiori, i capelli raccolti in uno chignon e tutta la strada da percorrere negli occhi. Ho immaginato che avrà amato e sarà stata amata. Ed avrà pianto per qualcuno che non c’era più. Ho pensato che magari ha dei figli, che ogni sabato si ricordano di portarle un fiore. O magari quei figli non ci sono, non li ha mai avuti, o semplicemente quel fiore non si ricordano di portarglielo. Mi sono chiesta se sapesse cosa stava leggendo, se sapesse dove si trovava. Mi sono chiesta se le pesavano tutti gli anni che le respiravano addosso. Ma soprattutto ho pensato che ci sarà stato un 14 luglio in cui è stata bellissima e magari ha fatto all’amore sotto ad un albero, col cuore che tremava, assieme alle gambe. Ed anche un 14 luglio in cui ha pranzato con tanti amici, o in cui ha abbracciato sua madre. Ci saranno stati tanti 14 luglio in cui non c’era tempo. Neppure per sedersi. Oggi quel tempo c’è. Oggi quella sedia è un obbligo. Oggi rimane solo quel libro. Oggi, 14 luglio, quella vetrata che si è spalancata sul giardino mi ha messo davanti alla vita. E mi ha ricordato che ogni giorno va vissuto. Perché ogni giorno è una pagina vuota. E domani sarà sempre troppo tardi per scriverla. (La Gazza).

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